La nostra storia

Il 29 novembre 2014 entravamo in quello che in quel momento è diventato lo Spazio Libero Utopia. Dopo un anno siamo ancora qua e abbiamo trasformato un luogo abbandonato da 40 anni in uno spazio attraversato quotidianamente da molte persone. Sono stati fatti incontri, presentazioni, proiezioni, concerti… In 365 giorni, attraverso pratiche come l’autoproduzione, il recupero e il riciclaggio, abbiamo dimostrato che un altro modo di vivere è possibile scardinando le basi di questo sistema consumistico (produrre, comprare, consumare, gettare via) che si crede immutabile.

L’unica alternativa desiderabile è quella che costruiamo a partire da noi stessi, per questo il meccanismo della delega non ci appartiene.

L’alternativa bisogna crearsela affrontando i vari ostacoli ed imparando dagli errori commessi, la situazione in cui siamo e i disagi che viviamo derivano dal miglioramento cominciato dall’uomo primitivo. Oggetti, che ci hanno aiutato a stare meglio nel corso degli anni come il frigo, la macchina, gli indumenti, attraverso il lavoro perpetuano le leggi del mercato in cui si tende a produrre merce in surplus che viene gettata via nuova.

“L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” così facendo ci hanno anche legato con catene invisibili al dio Denaro per il quale sacrifichiamo la nostra vita. Riteniamo sia uno dei problemi principali di questa società e apparentemente uno dei più complessi da risolvere.

Noi non abbiamo una soluzione completa a tutti i problemi… Non rassegnandoci a quest’esistenza, provando e imparando dai nostri errori stiamo allentando la morsa sui nostri polsi e le nostre menti.

Noi siamo qui a dimostrare che un’alternativa, anche se difficile, è possibile per questo siamo un’anomalia tra le tante che si vorrebbero isolare e eliminare.

Ci teniamo a sottolineare che l’occupazione illegale , condannata e perseguita dallo Stato, sia servita a creare uno spazio di aggregazione, socialità e confronto che nel ponente genovese prima mancava. Nessun istituzione o partito si preoccupa dei giovani, disoccupati, migranti, questi nuovi poveri. Le varie sedi dei partiti e circoli sono solo li per bellezza: sono locali vuoti senza nessuna attrattiva o utilità e campano con i soldi che potrebbero essere destinati al territorio (dalle scuole agli ospedali fino al dissesto idrogeologico). Per questo rivendichiamo la pratica della riappropriazione diretta e dal basso di tutto!

Dal 2014 a Multedo, ovunque contro chi sfratta, sfrutta e opprime.