Archivio mensile:Maggio 2015

8 maggio 1945-8 maggio 2015: la lotta antirazzista è la lotta contro il fascismo, l’antisemitismo e il colonialismo

L’8 maggio ’45 corrisponde alla disfatta della Germania nazista, un grande sollievo per i gruppi che sono stati perseguitati. Per le minoranze nazionali ebree e rom questa sconfitta mette fine al genocidio perpetrata dai nazisti e permette la sopravvivenza di un grande numero di deportat* grazie alla liberazione dei campi di concentramento e di sterminio. Questa vittoria contro il fascismo è decisiva, anche se come disse Berthold Brecht, “il ventre che ha generato la bestia immonda è ancora fecondo” e che la grande borghesia e i collaboratori che avevano sostenuto i movimenti fascisti riuscirono in gran parte a cavarsela.

Ma l’8 maggio ’45 è anche l’inizio di un terribile massacro in Algeria perpetrato dal potere coloniale francese nelle vicinanze di Sétif, Guelma e Kherrat. L’accaduto inizia con l’uccisione, da parte della polizia, di Bouzid Saal, giovane scout che, durante una manifestazione che reclamava l’indipendenza, la libertà e la fine del regime coloniale, il tutto celebrando la sconfitta del nazismo, stava portando una bandiera algerina. Le sommosse scatenate dall’uccisione diventarono il pretesto di una repressione sanguinosa da parte dell’armata francese appoggiata da milizie di coloni, repressione che fece più di dodici migliaia di morti ( 45000 secondo i/le militanti algerin* e il consolato americano dell’epoca).

Questo massacro fu l’espressione di un sistema razzista che restò intatto nella sfera coloniale e che solo le lotte anticoloniali avrebbero rimesso in dubbio. Dalla parte dello stato francese e dalla maggioranza dei partiti politici francesi, la sconfitta del nazismo non pose fine allo statu quo razzista nelle colonie. Fino al Partito Comunista, i/le ribelli algerini furono considerati provocatori/trici hitleriani. Lato algerino, la vittoria contro il nazismo significò la fine del colonialismo.

Fonte: Paris-luttes.info

Marcia contro Monsanto

Il prossimo 23 maggio si terrà in 50 Paesi la terza MAM – March against Monsanto.

Alla MAM, Marcia Globale contro Monsanto, si prevede una vasta partecipazione e l’intenzione della manifestazione è di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di bandire gli OGM assieme a una crescente pressione politica in materia di agricoltura e sulle pratiche commerciali aziendali di Monsanto e per lottare per l’etichettatura degli alimenti che contengono OGM. La manifestazione globale coinvolge 38 nazioni di 6 continenti con la partecipazione di 428 città per una soluzione pacifica.

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Gli OGM secondo molti scienziati, sono sospettati dai causare danni alla salute umana, come sterilità, reazioni immunitarie, allergie e aumento dei rischi di cancro, tanto che in 828 hanno firmato una lettera aperta, inviata ai capi di Stato di tutto il mondo in cui sono espresse una serie di preoccupazioni circa l’uso degli organismi geneticamente modificati per l’alimentazione umana.

Ma perché l’obiettivo è la Monsanto? E’ la multinazionale più potente nel settore biotech e ha sotto brevetto migliaia di semi, tra cui gli OGM e tanti prodotti per l’agricoltura tra cui l’erbicida Roundup a base di glifosato recentemente indicato dallo IARC, l’Agenzia per la lotta al cancro dell’OMS – Organizzazione Mondiale della sanità- come probabile cancerogeno.

L’Europa ha approvato recentemente 10 nuovi OGM e confermati 9, seppur lasciando ai singoli Stati membri la possibilità dio autorizzarli sul proprio territorio. Ma si tratterebbe di una finta possibilità poiché sarà complicato impugnare la questione nei tribunali.

Spiega Daniel Romano di Gateway Green Alliance:

Monsanto sta mandando in rovina gli agricoltori, causando sterilità del terreno per le monocolture, la perdita della biodiversità e il collasso degli alveari. Inoltre, le loro pratiche costituiscono una vera minaccia per l’agricoltura biologica e la perdita di piante autoctone. Sta causando dipendenza verso un sistema alimentare centralizzato. Insomma, è la ricetta per la carestia globale.

Gli OGM sono stati rimossi e banditi da Austria, Bulgaria, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Giappone, Lussemburgo, Madeira, Nuova Zelanda, Perù, Sud America, Russia, Francia e Svizzera.

Conclude Barbara Chicherio di Gateway Green Alliance

Monsanto non vuole che i consumatori sappiano cosa mangiano e sta continuando a combattere in modo aggressivo l’etichettatura degli OGM negli alimenti.Attualmente un ex lobbista della Monsanto è uno dei rappresentanti impegnati nella redazione del più grande accordo commerciale internazionale, il TPP (Trans Pacific Partnership) dove è prevista la non etichettatura degli alimenti OGM.

Fonte: Blogeko

Francia – Il potere di sorvegliare chiunque

Lunedì 4 maggio a Parigi vi è stata una manifestazione contro il
progetto di legge sull’intelligence.

Il 5 maggio 2015 l’Assemblea nazionale francese ha approvato il disegno
di legge relativo l’intelligence nonostante la forte opposizione che si
è mobilitata contro le disposizioni contenute nel testo. Con 438 voti a
favore, 42 astensioni e 86 contrari, i rappresentanti hanno concesso al
Primo Ministro il potere di sorvegliare massicciamente e senza controllo
la popolazione francese.
Il progetto di legge sull’intelligence, presentato in procedura
d’urgenza il 19 marzo scorso dal Primo ministro Manuel Valls, ha
sollevato una forte opposizione da parte di numerose associazioni di
difesa della libertà, di collettivi, di sindacati dei magistrati e di
avvocati.
I punti più discussi della legge sono:
– legalizzazione delle pratiche illegali dei servizi d’intelligence, che
permetterà un’ampia e intrusiva sorveglianza della vita privata dei
cittadini, affiancata alla conservazione a lunga durata dei dati acquisiti.
– estensione dei campi d’azione di intelligence interna ed esterna, con
obiettivi vasti e pericolosi per la democrazia.
– disposizioni che permetteranno l’acquisizione dei dati dei cittadini
su Internet in modo da permettere la selezione tramite algoritmo dei
comportamenti “sospetti”.
– messa in campo di un regime di “sorveglianza internazionale” per le
comunicazioni verso e dai paesi stranieri.
– creazione di una commissione di controllo con il solo potere
consultivo sulle domande di intercettazioni, le quali rimarranno in mano
al potere politico (del Primo ministro).

Il progetto di legge permetterà di sorvegliare tutti coloro che potranno
“attentare” alla pace pubblica grazie a delle scatole nere che dovranno
essere impiegati sulla rete dai vari intermediari, telco e compagnie
internet, per filtrare il traffico individuando, attraverso i metadati,
attività sospette quali visitare siti pro-terrorismo o contattare
persone sotto indagine.

Egitto: In nome della Shariʿah si colpisce il diritto allo sciopero

L’Alta Corte Amministrativa egiziana ha decretato che lo sciopero dei funzionari sul posto di lavoro può essere sanzionata con una pensione anticipata o con il divieto ad una promozione “conformemente alla Shariʿah islamica”. Una sentenza che ha dato vita ad una viva polemica.

La decisione dell’Alta Corte Amministrativa è stata contestata dall’Unione dei sindacati dei lavoratori egiziani che vi vedono un attentato a un diritto costituzionale. L’articolo 15 della Costituzione adottata tramite Referendum nel 2014 precisa infatti che “lo sciopero pacifico è un diritto regolamentato per legge”.

Ma l’Alta Corte ha considerato che lo sciopero dei funzionari è una minaccia agli interessi della comunità e che conformemente alla Shariʿah islamica questo è un crimine. La Corte si è basata sull’articolo 2 della Costituzione stessa, la quale stabilisce che “i principi della Shariʿah sono la fonte principale delle leggi”.

Secondo gli esperti, non si può fare ricorso alla sentenza dell’Alta Corte salvo che davanti la Corte costituzionale. Nel frattempo, migliaia di funzionari e di operai, perseguiti a livello amministrativo per avere aderito alla sciopero, potranno essere immediatamente colpiti. Una situazione che potrà provocare un’esplosione di rabbia dei lavoratori secondo i gli ambienti sindacali.

Fonte: Afriques en lutte