Riappropriazione diretta e dal basso

Lo scorso 14 giugno, il Capogruppo della Lega in Consiglio Comunale Alessio Piana ha presentato una interpellanza al sindaco e alla sua giunta per “avere chiarimenti sulla legalità” dell’orto sociale inaugurato presso lo Spazio Libero Utopia avendo constatato che sono stati adottati “come recipienti di semina delle vecchie vasche da bagno” e che i locali dell’edificio ex Eni sono occupati abusivamente da circa un anno e mezzo.

Non vogliamo soffermarci qui più di tanto riguardo al discorso orto, in quanto ancora una volta la Lega dimostra di far tante parole senza aver ben chiaro la realtà dei fatti; ci domandiamo come sia possibile questa affermazione dal momento che i rappresentanti di questo partito non sono mai entrati nello Spazio e non hanno mai visto l’orto. Ci domandiamo, quindi, come abbiano fatto a vedere le tanto discusse vasche da bagno quando sono utilizzati altri metodi di coltivazione, che chi è entrato nello Spazio ha potuto tranquillamente vedere.

Vorremmo, al contrario, soffermarci brevemente su cosa è lo Spazio.

Lo Spazio Libero Utopia è una occupazione di un’area lasciata all’abbandono per 40 anni dall’Eni. Una cosiddetta occupazione illegale, condannata e perseguita dallo Stato, che è servita a creare uno spazio di aggregazione, socialità e confronto che nel ponente genovese prima mancava. A breve ci occuperemo del controllo del terreno in quanto fino agli anni ’80 vi facevano controlli di idrocarburi e vogliamo capire se il sottosuolo è inquinato o meno dopo 40 anni di inutilizzo. I controlli servono per decidere quale sarà il suo futuro: un orto se pulito, una bonifica con metodi naturali se inquinato.

In questo anno lo Spazio è stato recuperato con materiale di riciclo, sono stati fatti incontri, presentazioni, proiezioni, concerti. Abbiamo stretto legami forti con varie realtà, dalla fabbrica recuperata milanese Ri-Maflow, al Caffè Malatesta; da Casa Spartaco di Correggio all’Associazione Terra!.

Ci inseriamo nel tessuto sociale e portiamo avanti le lotte a difesa del territorio.

Rivendichiamo la pratica della riappropriazione diretta e dal basso di tutto!

Rivendichiamo di opporci alla politica partitica in virtù di una democrazia reale degli abitanti dei quartieri!

Ma soprattutto, ed è importante da sottolineare ancor più in questo frangente storico, che ci opponiamo con forza a chi soffia sul fuoco del razzismo della guerra tra i poveri e dell’omofobia ricordando il processo per le cosiddette “spese pazze” dell’Assessore Rixi o le frasi omofobe del consigliere regionale Francesco Bruzzone.

Spazio Libero Utopia

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