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UN ALTRO LAVORO È POSSIBILE

La paura dell’emarginazione sociale. L’assenza di prospettive lavorative. La frustrazione. La rabbia.

 

In Argentina durante la catastrofica crisi economica del 2001, numerose fabbriche furono occupate dagli stessi dipendenti dopo il fallimento, preservate dallo smantellamento e rimesse in funzione con risultati sorprendenti. In Argentina le Ert (Empresas recuperadas por sus trabahadores) superano le 250 unità con un totale di lavoratori impiegati di circa 12 mila persone.

Nel 2014, secondo l’ultima analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato su dati Istat, il tasso di disoccupazione in Liguria ha toccato il 9,8%. Si tratta di dell’1,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2013, numeri che equivalgono a 67 mila persone in cerca di un lavoro contro le 53 mila dello scorso anno.

 

Il nostro futuro è solo di disoccupazione e di sfruttamento o esiste un’altra strada?

Le storie delle italiane Rimaflow e Caffè Malatesta ci possono mostrare una realtà ben diversa fondata sull’autogestione, ovvero sulla gestione del proprio lavoro da parte degli lavoratori stessi.

Un gruppo di lavoratrici e lavoratori, in grande maggioranza licenziati dalla Maflow di Trezzano sul Naviglio, chiusa definitivamente nel dicembre 2012 dopo che, l’11 maggio 2009, il Tribunale di Milano ha dichiarato MAFLOW in stato di insolvenza (si parla di circa 300 milioni di debito come risultato di operazioni finanziare, gestionali e amministrative almeno “discutibili”) , ha recuperato la fabbrica, riconvertendola da automotive verso il riuso e il riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche e sta dando vita a una vera e propria Cittadella dell’altraeconomia: RIMAFLOW

 

Il progetto CAFFÈ MALATESTA nasce a Lecco nel gennaio 2010 quando, per un gruppo di giovani provenienti da diverse esperienze (chi dall’attivismo, chi da progetti di autogestione, chi semplicemente da anni di studio o lavoro precario), si apre la possibilità di utilizzare una macchina per la torrefazione in disuso, presso la sede del G.A.S. di Lecco, in completa autogestione.

 

Vi aspettiamo il 16 maggio alle ore 15.00.

Portiamo avanti l’idea di AUTOGESTIONE. 

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Cena di Autofinanziamento

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Lo Spazio Libero Utopia ha visto un cambiamento radicale da quando è stato occupato. 40 anni di degrado sono stati spazzati via in 4 mesi grazie al lavoro di coloro che sono passati dallo Spazio. Molto è stato fatto, ma non tutto ovviamente.

DOMENICA 12 APRILE ci sarà una cena di autofinanziamento dello Spazio, un modo perchè venga aiutato a raccogliere quei fondi da destinare ai lavori e un modo per cominciare a conoscersi tranquillamente con tutti coloro che supportano il progetto o desiderano cominciare a conoscerlo.

Per una questione pratica, richiediamo una PRENOTAZIONE (mandateci un messaggio privato su FB: Spazio Libero Utopia o per email: slutopia@inventati.org)

10 euro il menù (che a breve faremo uscire)

Per raggiungerci: Via Ronchi 59

Fermata autobus n°1: Ronchi/Vigili del Fuoco

Treno: stazione genova Pegli

Venerdì 20 Marzo: Tomorrow’s Land – Proezione + Apericena

fronte-copertina-dvdDal 1920 la Palestina sta subendo un attacco che non ha nulla a che fare con la religione: creare un caposaldo occidentale nel medioriente.

Bombardamenti e incursioni militari vengono fatti passare dai media mainstream come risposta ai razzi palestinesi che raramente colpiscono gli obbiettivi.
La guerra però assume diversi aspetti. Quello che vive oggi il popolo palestinese è una segregazione costante sul proprio territorio: muri di cemento, check-point armati, arresti indiscriminati.

Il documentario Tomorrow’s Land racconta del piccolo villaggio palestinese contadino di At-Tuwani incastrato nelle aride colline a sud-est di Hebron, Area C della West Bank a controllo amministrativo e militare israeliano. Sotto costante minaccia di evacuazione dal 1999, il villaggio è oggetto di ripetuti attacchi da parte dei coloni che vivono nel vicino avamposto di Havat Ma’on e nell’insediamento di Ma’on.

In risposta a tutto questo consolidato sistema di ingiustizie, da dieci anni è nato il Comitato di Resistenza popolare, diretta espressione della rivolta della classe contadina locale e contemporaneamente potente destabilizzatore dei meccanismi di controllo e repressione attuati dall’occupazione israeliana.

Con il supporto e la collaborazione degli attivisti israeliani e gruppi internazionali, il movimento sta crescendo e si sta affermando in chiave regionale come uno dei possibili percorsi per costruire ed immaginare un nuovo futuro.

Dalle 19.00 apericena e proiezione dibattito con i registi.