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1 LUGLIO 2016 – Cena raccolta fondi per analisi terreno di Utopia

Lo Spazio Libero Utopia è una occupazione di un’area lasciata all’abbandono per 40 anni dall’Eni. Fino agli anni ’80 vi facevano controlli di idrocarburi e dunque abbiamo deciso di assumerci l’incarico di svolgere analisi per capire lo stato del sottosuolo dopo decenni di inutilizzo e per decidere quale sarà il suo futuro: un orto se pulito, una bonifica con metodi naturali se inquinato.

Dal momento che l’area si trova in una zona abitata, che numerose persone passano per questo spazio e che i costi dei controlli superano le possibilità economiche di un luogo che è stato ricostruito in gran parte con materiale di riciclo, abbiamo scelto di organizzare una cena per raccogliere fondi.

Venerdì 1 luglio, ore 19.30


A seguire serata BELLAVITA. Vuoi ascoltare musica che ti piace tanto? Portala in chiavetta e condividila!! Vuoi bere delle birrette o del vino? Portalo e condividilo!!!!!

MENÙ a 5 euro:
– Pasta fresca ( impastata da noi) con sugo di verdure
– verdure ripiene
– insalata mista (con lattuga del nostro orto)
– macedonia

Vi chiediamo di far girare la voce e di informarci quanto prima possibile chi vuole partecipare con un messaggio a questa pagina o sulla email: rotta334@inventati.org

Spazio Libero Utopia

Cinema Itinerante !!

Inizia il cinema itinerante!!!!!!
Proiezione in piazze diverse nei quartieri di ponente. Non lasciamo le piazze vuote la sera, viviamole tutti insieme. Il cinema è aggregazione !!! La visione è gratuita ovviamente!!!
Iniziamo con due grandi titoli:

– Idiocracy – 4 maggio, ore 21, piazza rapisardi, Genova Pegli
– Rio 2096 – 18 maggio, ore 21, piazza rapisardi, Genova Pegli

 

cine

costruzione orto di quartiere + presentazione del libro “AGRICOLTURA SINERGICA” e delle attività di TERRA! ONLUS

Vi invitiamo a venire SABATO 12 Marzo dalle ore 10 a costruire tutti insieme un piccolo orto che sarà utilizzabile da tutti gli abitanti dei quartieri. Costruirlo insieme significa che ognuno porta à Utopia le proprie conoscenze, significa lavorare insieme e conoscersi. Una zona che è rimasta in stato di abbandono per quarant’anni ha bisogno dell’aiuto di tutti noi per poter rinascere al di fuori della logica di profitto e inquinamento che l’hanno contraddistinta negli anni del suo utilizzo.

La costruzione avverrà per tutto il giorno. Chi ha strumenti di lavoro li porti, chi ha terra da poter utilizzare la porti, chi ha semi porti pure quelli. Mettiamo tutto in comune.

DOMENICA 13 MARZO ore 17.30 presentazione del libro “AGRICOLTURA SINERGICA” e delle attività di TERRA! ONLUS.!3.marzo.agricoltura sinergica

QUARTA DI COPERTINA:

“La terra è un organismo vivo, dispensatore di cibo, non un supporto inerte su cui affaticarsi e ricavare una produzione: è questo il messaggio di Emilia Hazelip, ideatrice dell’agricoltura sinergica.

Questo libro, nato dalla passione e dalla dedizione dei membri della Libera Scuola di Agricoltura Sinergica, raccoglie gli scritti e l’esperienza di questa donna straordinaria, rendendoli disponibili per il grande pubblico.

Mantenendo l’approccio di un prontuario di orticoltura, vengono esposti i principi dell’agricoltura sinergica: dalla rinuncia alla lavorazione del suolo all’uso sistematico della pacciamatura e delle aiuole rialzate, suggerendo in modo dettagliato come ottenere produzioni abbondanti e di qualità con il minimo intervento e nel massimo rispetto dell’ambiente naturale.

Oltre alla descrizione pratica dei criteri e delle tecniche dell’agricoltura sinergica, vengono illustrati approfonditamente i concetti filosofici e scientifici che ne hanno ispirato l’elaborazione. Emilia Hazelip invita il lettore ad avvicinarsi al lavoro nell’orto come alla cura di un sistema vivente in continua evoluzione, trasmettendo la meraviglia per l’incredibile complessità di relazioni che sono alla base della vita vegetale.

Nella parte finale del volume sono raccolte le testimonianze di chi ha messo in pratica questi insegnamenti coltivando con successo un orto sinergico nella propria terra o comunità e negli ambiti sociali e professionali più disparati: scuole, giardini pubblici e perfino alcune strutture sanitarie, come accade nel prestigioso campus “Cascina Rosa” dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

PRESENTAZIONE DI TERRA! ONLUS:

Terra!Onlus è un’associazione ambientalista che mette in rete esperienze, idee, persone, gruppi e associazioni che condividono la volontà di difendere l’ambiente e il territorio.

Nati nel 2008, abbiamo voluto sperimentare un ambientalismo che fosse al tempo stesso radicale e radicato nel territorio, con l’idea di coniugare campagne globali (per fermare la deforestazione in Indonesia o, a livello europeo, per la riduzione delle emissioni di CO2 delle auto) con campagne locali, fatte nei territori, coinvolgendo cittadini, associazioni e comitati.

Con la campagna suppOrti urbani, abbiamo avviato progetti di agricoltura urbana come “Coltivare RappOrti”, dove decine di persone, singolarmente o in un gruppo, coltivano un orto negli spazi del centro di ippoterapia di Ciampacavallo (Roma) o “Orti al Fresco” con le detenute e i detenuti del carcere di Pontedecimo (Genova), con l’idea che l’orto rappresenti una risposta, allo stesso tempo sociale e ambientale, di difesa del territorio.

Attraverso la campagna sulle terre pubbliche ai giovani agricoltori, lavoriamo, insieme a diverse realtà, per chiedere alle istituzioni di mettere a disposizione della collettività il patrimonio agricolo esistente e abbandonato, per evitare speculazioni dannose per l’ambiente e la comunità e ridare così valore alla terra.

La visione di Terra! è quindi quella di una società in cui le persone di una comunità si attivano per valorizzare e difendere le risorse del proprio territorio, rivendicandone l’utilizzo per finalità collettive e restituendo all’ambiente il suo valore sociale come elemento chiave di sviluppo, per creare, insieme, un modello universale e adattabile, applicabile su diverse scale, volto al recupero e alla tutela del territorio.

13 FEBBRARIO – Incontro su Educazione popolare e Scuola Popolare Casa Spartaco

A partire dall’incontro che abbiamo fatto presso lo Spazio Libero Utopia a Novembre sull’educazione e in relazione al discorso di Donato di Alternativa libertaria sull’importanza della scuola pubblica e sulla necessità di lavorare anche al di fuori, abbiamo cominciato a informarci su cosa è l’educazione popolare, su cosa sono le scuole popolari e su quale potrebbe essere il ruolo di Utopia nei quartieri riguardo questo argomento.

Riteniamo che l’ambito educativo sia uno dei pilastri di questa società, la quale stabilisce la futura gerarchia lavoratore-controllore grazie alla scuola statale e al lavoro, spesso inconscio, di chi in essa lavora. Un luogo nel quale la dipendenza allievo-professore cresce con il passare dalla scuola primaria a quella secondaria di primo grado e di secondo grado successivamente; dipendenza assolutamente da eliminare in quanto non aiuta l’allievo a sviluppare la propria autonomia nel vivere, nel studiare e nel ricercare una soluzione ai propri problemi. Il mancato allenamento della propria autonomia porta gli individui a mettersi nelle mani di chi “ne sa più di lui”, degli esperti, senza mettere in dubbio l’informazione che gli arriva, senza ragionarci sopra. Il pilastro educativo dunque non dovrebbe essere lasciato da parte da chi crede in un possibile cambiamento del futuro proprio e altrui.

Tuttavia riconosciamo la potenzialità della scuola pubblica statale nel momento in cui alcuni dei suoi lavoratori si prendono l’incarico di aiutare i figli di quelle famiglie che ogni giorno lavorano per sopravvivere (per le quali parlare di educazione incidentale ha ben poco senso). Purtroppo dobbiamo constatare che sono ben pochi i maestri e professori che si mettono in gioco ogni giorno e che sanno come affrontare ogni genere di problematica si presenti loro (autismo, dislessia o altre difficoltà).

Il lavoro che con alcuni ragazzi di Utopia si ha in mente vuole andare in direzione contraria al ruolo dell’insegnante nella scuola statale il quale spesso passa informazioni a un individuo che deve essorbirle come una spugna senza tener conto della soggettività della persona e della situazione che egli ha intorno a lui. L’intenzione è aiutare i ragazzi a comprendere e capire un argomento lavorando proprio sull’autonomia nello studio e sulla ricerca di informazioni eliminando passo dopo passo quel legame di dipendenza professore-studente accennato poco sopra. Allo stesso tempo, lavorando in spazi esterni alla scuola, senza pressioni di alcun tipo, si possono mettere su un piatto tutti quei valori, tutti quei principi, che sono alla base delle scuole popolari, nel nostro caso di Utopia, quali l’autonomia, l’autogestione, il rispetto per l’altro e per ciò che ti circonda. Valori/principi che i ragazzi potranno portare a scuola e sopratutto in classe con la speranza che si possano creare momenti di discussione e in secondo luogo, non meno importante, che possano renderli più forti, più consapevoli del proprio ruolo, del proprio essere, senza farsi spaventare dalla figura sempre più autoritaria che autorevole di certi professori.

La gratuità elimina anche un problema fondamentale delle classiche ripetizioni: l’ansia e l’obbligo di raggiungere risultati positivi. Chi partecipa a questi dopo scuola è libero di andarsene via in qualunque momento o di fare altro; l’imposizione infatti non ha benefici e in questo modo si aiuta il ragazzo ad assumersi delle responsabilità (se hai così tanto bisogno di un aiuto perché te ne vai? Io non ti obbligo a stare qua, dipende da te).

Quello che abbiamo in mente è una giornata alla settimana in cui gli studenti che hanno bisogno possono venire a Utopia e chi aderisce a questo progetto aiuta alla comprensione dei problemi. Inoltre se si è particolarmente capaci si potrebbe arrivare al punto che gli stessi ragazzi che arrivano chiedendo aiuto possano aiutarsi tra loro.

IL 13 FEBBRAIO ORE 15:30, capiremo cosa sia l’Educazione Popolare e presenteremo il progetto futuro con un incontro con Casa Spartaco e la sua scuola popolare di Correggio e con Alternativa Libertaria, traduttrice del dossier sull’educazione popolare stilato da Alternative Libertaire francese.

RETE SPARTACO: https://it-it.facebook.com/rete.spartaco

ALTERNATIVA LIBERTARIA: http://www.fdca.it/

Dossier sull’educazione popolare (lingua francese): http://www.alternativelibertaire.org/?Education-populaire

Chi fosse interessato a partecipare come educatore/aiutante, a livello pratico e attivo, contatti la seguente email dello Spazio Libero Utopia: rotta334@inventati.org

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Presentazione del Libro “CENTO ANNI DI STORIA OPERAIA: LA CAMERA DEL LAVORO DI SESTRI PONENTE E L’UNIONE SINDACALE ITALIANA” di GUIDO BARROERO

Presentazione del Libro CENTO ANNI DI STORIA OPERAIA: LA CAMERA DEL LAVORO DI SESTRI PONENTE E L’UNIONE SINDACALE ITALIANA di GUIDO BARROERO

 

SABATO 23 GENNAIO, dalle ore 19

a seguire aperitivo di autofinanziamento

 

Una storia d’altri tempi, una storia di cui abbiamo perso la memoria. La storia della Camera del Lavoro di Sestri, roccaforte del sindacalismo rivoluzionario fino all’avvento del fascismo, è stata dimenticata (o rimossa) per troppi anni. L’ultimo lavoro di Guido Barroero la riporta a noi, per restituirci quei momenti e quei lavoratori che, con loro continuo impegno, seppero costruire un sogno.

Ne parliamo con Marco Genzone

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PRESENTAZIONE LIBRO “I DANNATI DELLA METROPOLI” di Andrea Staid

SABATO 19 DICEMBRE  ORE 15.30

SPAZIO LIBERO UTOPIA

VIA RONCHI 59, GENOVA MULTEDO

Esistono da sempre due città, una legale e l’altra illegale, i cui confini si spostano a seconda delle epoche storiche e delle necessità economiche contingenti. Spesso gli abitanti di queste due città si sfiorano, interagiscono, confliggono. Sulle loro contaminazioni si costruisce il tessuto sociale. Quasi
sempre gli abitanti della città oscura non hanno voce sui media ufficiali: sono un numero, una statistica o un titolo di giornale. I dannati della metropoli nasce dalla necessità di far parlare i protagonisti del disagio e della devianza che vivono e attraversano le nostre metropoli.

Sulle tracce di Danilo Montaldi e della scuola di Chicago, animato da un bisogno radicale di far uscire l’antropologia dalla torre d’avorio dell’accademia, Andrea Staid si è messo in ascolto delle voci della città oscura, senza pregiudizi. Con una ricerca che è frutto di anni passati con i migranti, iscrivendosi in maniera del tutto nuova al filone dell’antropologia delle migrazioni,
contaminato con l’etnografia e la storia orale. Il cuore del saggio
è rappresentato dall’analisi di un caso specifico spesso al centro della cronaca, su una via e più precisamente un grande palazzo soprannominato dalla stampa “il fortino della droga”, situato in un quartiere centrale di Milano (via Bligny 42). Un caso celebre e paradigmatico, raccontato per la prima volta attraverso le voci dei protagonisti.

Ne è uscito un affresco di storie ascritte al mondo della strada, una etnografia della criminalità migrante o meglio dell’uscita dal confine della legalità, un saggio su chi si ribella a un destino di schiavitù, cercando di fuggire da un carcere o semplicemente andando a ingrossare per scelta le fila del nuovo milieu criminale metropolitano. Un viaggio tra vite al limite ed economie
informali, con cui la case editrice Milieu inaugura un suo nuovo filone di ricerca, focalizzando l’attenzione anche sul presente, con il consueto rigore analitico e la passione per la narrazione orale, fornendo strumenti non omologati per comprendere le trasformazioni in atto.

Andrea Staid è nato nel 1982 a Milano. Storico e antropologo, giornalista
e scrittore, editor della casa editrice elèuthera, scrive per diverse
riviste tra cui “A”, “Libertaria” e “Alfabeta”. È autore de Gli arditi del popolo
(Edizioni La Fiaccola) di Le nostre braccia. Antropologia delle nuove schiavitù e de I Senza Stato
(Agenzia X).iDANNATIDELLAMETROPOLI

365 giorni a 365 gradi… Oltre il possibile!

20150916_185613Il 29 novembre 2014 entravamo in quello che in quel momento è diventato lo Spazio Libero Utopia. Dopo un anno siamo ancora qua e abbiamo trasformato un luogo abbandonato da 40 anni in uno spazio attraversato quotidianamente da molte persone. Sono stati fatti incontri, presentazioni, proiezioni, concerti… In 365 giorni, attraverso pratiche come l’autoproduzione, il recupero e il riciclaggio, abbiamo dimostrato che un altro modo di vivere è possibile scardinando le basi di questo sistema consumistico (produrre, comprare, consumare, gettare via) che si crede immutabile.

L’unica alternativa desiderabile è quella che costruiamo a partire da noi stessi, per questo il meccanismo della delega non ci appartiene.

L’alternativa bisogna crearsela affrontando i vari ostacoli ed imparando dagli errori commessi, la situazione in cui siamo e i disagi che viviamo derivano dal miglioramento cominciato dall’uomo primitivo. Oggetti, che ci hanno aiutato a stare meglio nel corso degli anni come il frigo, la macchina, gli indumenti, attraverso il lavoro perpetuano le leggi del mercato in cui si tende a produrre merce in surplus che viene gettata via nuova.

“L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” così facendo ci hanno anche legato con catene invisibili al dio Denaro per il quale sacrifichiamo la nostra vita. Riteniamo sia uno dei problemi principali di questa società e apparentemente uno dei più complessi da risolvere.

Noi non abbiamo una soluzione completa a tutti i problemi… Non rassegnandoci a quest’esistenza, provando e imparando dai nostri errori stiamo allentando la morsa sui nostri polsi e le nostre menti.

Noi siamo qui a dimostrare che un’alternativa, anche se difficile, è possibile per questo siamo un’anomalia tra le tante che si vorrebbero isolare e eliminare.

Ci teniamo a sottolineare che l’occupazione illegale , condannata e perseguita dallo Stato, sia servita a creare uno spazio di aggregazione, socialità e confronto che nel ponente genovese prima mancava. Nessun istituzione o partito si preoccupa dei giovani, disoccupati, migranti, questi nuovi poveri. Le varie sedi dei partiti e circoli sono solo li per bellezza: sono locali vuoti senza nessuna attrattiva o utilità e campano con i soldi che potrebbero essere destinati al territorio (dalle scuole agli ospedali fino al dissesto idrogeologico). Per questo rivendichiamo la pratica della riappropriazione diretta e dal basso di tutto!

Dal 2014 a Multedo, ovunque contro chi sfratta, sfrutta e opprime.

Se anche tu cerchi un’alternativa, sappi che non sei solo/a ci sono già gruppi di persone che ne parlano e si organizzano. Ci organizziamo negli spazi liberati della nostra città e ci troverai nelle strade di periferia e nei vicoli del centro.

1anno

Genova 2001. Fatti nostri!

dontcleanupthebloodQualche mese fa, uscì un articolo uscito su questo blog, in cui si scrisse circa la vitale necessità di andare oltre la Sentenza della Corte di Strasburgo sui fatti del G8 di Genova. Spiegammo come, una sentenza giuridica, non servisse assolutamente a far tirare un sospiro di sollievo, né tanto meno rendere giustizia a chi, in quella calda estate, passo tre giorni di terrore per le strade di Genova, nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto.

Da 14 anni a questa parte, centinaia di compagni e compagne, giovani e meno giovani, si ritrovano il 20 Luglio in Piazza Alimonda per ricordare, in quello che è diventato il luogo simbolo di quelle giornate, la memoria di chi su quell’asfalto ci ha perso la vita e le migliaia di persone che su quelle stesse strade furono massacrate di botte dalle forze dell’ordine. Ogni 20 Luglio ci si dirige in quel luogo con un groppo in gola e lo stomaco girato, una giornata difficile, lo ammettiamo.
Quella data è vitale per la nostra città, per i suoi abitanti, per chi, per i restanti trecentosessantaquattro giorni l’anno, non vuole avere niente a che fare con quella crepa.

Dal 2001 in poi le violenze delle forze dell’ordine si sono sistematizzate, normalizzate; le provocazioni sono diventate il loro pane quotidiano, hanno portato a molti casi di omicidio, Aldrovandi, Cucchi, Sandri e a una miriade di altri casi di torture e pestaggi sempre prontamente messi a tacere. A fianco a questi casi “straordinari” abbiamo invece tutta quella violenza che quotidianamente viene messa in pratica contro le fasce più deboli della popolazione. Basti pensare gli sgomberi delle case, alla gestione dei Cie e a quei colpi accidentali che finiscono per ammazzare qualcuno come è successo a Davide Bifolco a Napoli.

Il G8 di Genova ha segnato (e segna tutt’ora) uno spartiacque molto preciso in questo paese, anche per chi in quei giorni aveva solo pochi anni. Nonostante in quei giorni sia stata palese la sospensione dei diritti umani c’è chi ancora prova a distorcere la narrazione e a camuffare i fatti con l’obbiettivo di recuperare l’immagine delle forze armate e della intoccabilità dello Stato. Se le dolorose giornate di Genova vogliono essere dimenticate ci rendiamo conto che anche oggi, nelle dichiarazioni delle varie questure, spuntano sempre un paio di finte bottiglie molotov e altri oggetti per alimentare la paura sociale e legittimare certe pratiche di controllo “poco democratiche” ma più efficaci per mantenere la “normalità”. Il politico è tramontato per lasciare spazio all’ordine pubblico che, nel nome dello Stato, deve essere sempre assicurato militarizzando intere porzioni di territorio. Dalla Val Susa a Niscemi passando anche per i quartieri popolari di ogni città.

Le annuali provocazioni del Coisp, così come di ogni forza politica, lasciano il tempo che trovano. Negare i fatti è una cosa da stupidi, il più delle volte, ma quando ciò è fatto consapevolmente, nonostante la ragione sia dalla parte opposta della barricata, è sintomo di una precisa volontà politica: quella di mettere a tacere chi in quei giorni ha perso i sogni, la giovinezza, la libertà e la vita.
Il 20 Luglio si deve scendere in piazza Carlo Giuliani per ricordare quello che è successo nel 2001, per spezzare ogni tentativo di riscrittura della storia, per andare “oltre la sentenza” di Strasburgo e per chi sta ancora pagando con il carcere la gestione criminale e assassina dell’ordine pubblico.

Appuntamento 20 Luglio h. 15 in Piazza Carlo Giuliani (piazza Alimonda)

Mercatino Utopico Autogestito

Titolo: Mercatino Utopico Autogestito
Descrizione: Nella società consumista in cui viviamo, siamo portati ad acquistare beni di cui abbiamo più o meno bisogno. Compriamo, usiamo, accantoniamo e gettiamo, spesso senza che tale bene abbia esaurito la sua efficacia.
Domenica 5 Luglio lo Spazio Libero Utopia diventerà quindi luogo d’incontro per sperimentare nei quartieri pratiche autogestite di scambio, di riutilizzo e di autoproduzione artigianale.
Per ripensare ad una altro concetto di mercato, non basato sulla sola logica economica né sul principio dell’usa e getta, ma capace di ricreare rapporti socialie far riflettere sullo spreco.
Dalle ore 15 sarà possibile partecipare liberamente al mercatino utopico. Avrete l’occasione di svuotare armadi e cantine da cose inutilizzate ma che possono rivelarsi utili ad altri (dai vestiti ai giochi, dagli elettrodomestici ai libri e oggettistica varia, quel che volete. No armi, no cibo, no medicinali).
Verrà anche dato spazio alle bancarelle di artigiani e artisti, banchi informativi e quant’altro, con l’intento di diffondere il lavoro creativo indipendente e pensare ad altre future iniziative di questo genere.
Se non hai la possibilità di portarti un tavolo, te lo daremo noi, per questo chiediamo di essere contattati da chi ne avesse bisogno, in modo da organizzarci di conseguenza.
E per cena non andate via!!!
Vi attende una cena sociale in compagnia, con musica e buon vino.

INGRESSO LIBERO
contatti: rotta334@inventati.org
Ora inizio: 15:00
Data: 05-07-2015

Cinema Utopico

Titolo: Cinema Utopico
Luogo: Spazio Libero Utopia
Descrizione: A maggio riparte il cineforum del lunedì allo Spazio Libero Utopia con quattro film sul tema del lavoro:

LUNEDì 4 MAGGIO: [CAPITALISM: A LOVE STORY]

In una società in cui può esistere un gruppo immobiliare che si autodefinisce gli Avvoltoi (il cui compito è acquistare a prezzi stracciati case già pignorate per poi rivenderle facendo profitti) e in cui la classe media vede falcidiati i propri beni primari dalla rapacità di banche prive di qualsiasi seppur remoto scrupolo, non si può non solidarizzare con chi pensa che i rapinatori non siano solo quelli proposti in sequenza nelle immagini delle televisioni a circuito chiuso di banche e negozi.

LUNEDì 11 MAGGIO: [IL POSTO DELL’ANIMA]

La sede di Campolaro della Carair, multinazionale americana produttrice di pneumatici comunica l’imminente chiusura e il conseguente licenziamento di tutti gli operai molti dei quali provenienti dallo stesso, piccolo paese delle montagne circostanti. Gli operai non si vogliono arrendere, reagiscono e si organizzano: la fabbrica viene occupata.

LUNEDì 18 MAGGIO: [FULL MONTY]

Quando il sistema economico ti mette in mutande, non ti resta che toglierti pure quelle per fare un po’ di soldi. Con una doppia presa sulla vita sociale inglese che riesce a far sintesi della condizione proletaria post-tatcheriana e a catturare e rendere agile espediente narrativo l’ultima frontiera dell’emancipazione sessuale femminile, Full Monty è la risposta brillante e gaudente al realismo proletario raccontato da Ken Loach.

LUNEDì 25 MAGGIO: [BREAD AND ROSES]

Il titolo è di per sé già un manifesto: si tratta dello slogan che contrassegnò la lotta degli operai tessili nel 1912. Essi reclamavano per sé non solo il pane quotidiano ma anche il diritto a poter godere della bellezza senza che quest’ultimo venisse annullato da una vita in cui contasse solo il lavoro.
Data inizio: 04-04-2015
Ora inizio: 21:00
Data fine: 25-04-2015
Ora fine: 24:00